I Signori della corte, sung by Nobraino was played in the ninth episode of Musitaly: Femicide & Mafia.
This song it’s like a journey: A trial defendant describes the extravagant and dramatic events that led to the murder of his beloved and undecided girlfriend Berenice.
The protagonist of the song, in front of the judges of the court, said he stabbed her ten times but for two of them he apologised. But he clarified he is not crazy.
Label: | Mediane – MED 11006, Acanto |
Format: | CD, Album |
Country: | Italy |
Released: | 2006 |
Genre: | Rock |
Style: | Indie |
Nobraino – I Signori della corte [Original Version]
Alla luce dei fatti di cui sono a conoscenza
Posso dire con certezza di non essere più pazzo di un cavallo,
Al limite più bello, ammessa dimostrabile la pazzia dell’animale già citato
Da me considerato spesso metro di misura per mentali inefficienze… umane deficienze.
All’epoca dei fatti ero un grande sognatore della razza che la vita la vivono col cuore,
Descrivevo con disprezzo la società del capitale e l’amarezza del sudore, il puzzo del sudore.
Disegnavo sulla sabbia i miei progetti esistenziali, miraggi nel deserto, gabbiani senza ali, fervevo di
Ambizioni di improbabile attuazione, cercavo il treno giusto ma non ero alla stazione
E il destino non deraglia per venirti a cercare “trovare i binari per farsi investire!”
Diceva mio nonno capostazione che vide da vicino le ruote di un vagone
Nell’ultimo istante prima di morire
Ed io che pensavo continuasse a scherzare
Ma l’unico modo per fare è fare sul serio
Ed ora ricordo che piansi,per lui, piansi sul serio.
Avevo fatto strada lavorando per il circo
E quando dico strada non intendo la carriera
Intendo strada vera, solo strada vera.
Ho visto tutto il mondo girando in carovane,
Era come una famiglia, ci chiamavano i gitani,
Ho visto l’equatore poi case fatte in ghiaccio,
Io non ero l’acrobata, io ero il pagliaccio
E mi pagavano per piangere
Ridere e cadere, schiaffi, schiaffi e calci nel sedere
Ma il destino non deraglia per venirti a cercare
“Trovarei binari per farsi investire!”
Diceva mio nonno capostazione che vide da vicino le ruote di un vagone
Nell’ultimo istante prima di morire ed io che pensavo continuasse a scherzare
Ma l’unico modo per fare è fare sul serio
Ed ora ricordo che piansi per lui, piansi sul serio.
Berenice ha fatto un sogno in cui ero suo fratello,
Disegnavo piedistalli in una ditta americana di busti e manichini,
Non robusti ma carini e
Svegliatasi dal sonno non distinse più il reale dall’onirico,
Stette lì un po’ in bilico poi decise di lasciarmi
Per il ben più celeberrimo domatore di leoni,
Parlando d’incesto, coraggio ed illusioni
E seppure lei sembrasse del tutto convincente
Non cedetti, non crollai, non credetti proprio a niente
E guardandola negli occhi nascosti tra i capelli
Di colpo diventai un lanciatore di coltelli…
Berenice andava uccisa per il suo modo di fare,
Da sempre un indecisa che può fare molto male
Quindi ammetto son colpevole ma per auto difesa,
Dieci coltellate, per due le ho chiesto scusa,
Io pensavo che lei fosse il treno da cercare r
Ideva pensava io volessi scherzare
Ma l’unico modo per fare è fare sul serio
Ed ora ricordo che piansi per lei, piansi sul serio.
Non cito questi fatti per smuovere clemenza
Ma per unire i pezzi d’un vaso che si è rotto
Per sommarsi di fratture, anche s’era duro,
Magari inaffidabile come in bilico sul letto di mia nonna,
Non la vedova quell’altra,
Che la notte si produce in perfette imitazioni di biplani del diciotto
Ma io non sono matto…
Io non sono matto… no!
Io, non sono matto.